O v e r e x p o s e d
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U n d e r
d e v e l o p e d

 

Camera Oscura

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La stampa del primo negativo.


Non è difficile stampare un negativo, solo la pratica e il confronto possono però affinare la capacità di interpretare correttamente quello che si fa.
Bisogna innanazitutto avere a disposizione una stanza oscurata, un ingranditore, delle bacinelle fotografiche della misura adatta alla carta che si vuol usare piene di rivelatore, arresto, fissaggio e una per il lavaggio in acqua corrente.

Nelle sezioni successive riguadanti l'ingranditore e l'attrezzatura di stampa è trattato più estesamente e particolareggiatamente il problema dell'attrezzatura.
Perciò qui mi limiterò a descrivere le procedure base di stampa del negativo.

Premetto che abbiate già fatto un provino a contatto, anche se non strettamente necessario, lo ritengo molto utile, perciò andate a leggere l'argomento.
Allora dovete inserire il negativo nel portanegativo in modo che proietti l'immagine dritta sul piano di stampa, funziona al rovescio riguardo al senso di inserimento, mentre si deve fare attenzione che l'emulsione vada a posizionarsi sulla pagina inferiore della pellicola, altrimenti otteniamo delle immagini speculari.
L'emulsione deve trovarsi a faccia in giù, e la si vede perchè il dorso della pellicola è lucido, mentre l'emulsione è un po' matt come superficie.
Buona norma è di togliere la polvere dal negativo, ma anche quella di non attirarla, perciò si usano accortezze per eliminare la polvere nell'ambiente della camera oscura e di eliminare l'elettricità elettrostatica che fa attirare la polvere, si mette anche a "terra" con un filo di massa l'ingranditore qualora non lo fosse già attraverso il cavo elettrico.
Una volta accesa la lampada si alza la colonna per stabilire la dimensione della stampa, poi si mette a fuoco attraverso la manopola che agisce sul meccanismo che distanzia l'obiettivo dal negativo.

L'ingranditore funziona come una macchina fotografica al contrario a obiettivo fisso e con una immagine che deve necessariamente essere piana.
Si imposta il diaframma alla massima apertura e si guarda attraverso il focometro se si vede nitidamente la grana, correggendo la messa a fuoco che prima si era approssimata ad occhio.
Molti ingranditori hanno un filtro rosso, lo si usa per non impressionare la carta mentre la si mette sotto e si centra, operazione possibile in due maniere: o con dei riferimenti fissi sul piano base come aiutano a fare i marginatori o appunto coll'inserimento del filtro rosso davanti l'obiettivo.
Si sceglie ora il diaframma e il tempo di esposizione base, di solito l'esperienza facilmente sopperisce a ciò, ma nel caso che non la si abbia si chiude semplicemente di due/tre stop il diaframma dell'obiettivo e si imposta un tempo multiplo di 2.
La scelta del multiplo è basata sul fatto che è utile poter capire la differenza di uno stop di sovra/sottoesposizione semplicemente raddoppiando o dimezzando il tempo e/o il diaframma, così si potrà risparmiare tempo nella stampa di negativi che si sa già sovraesposti di uno stop, ad esempio.


Per trovare il tempo base potremmo fare in modo che sia esposto un foglio a striscie, esempio: con un tempo base di 16 secondi farei un impostazione a 8";12";16";20";24" secondi sullo stesso foglio, semplicemente coprendo i primi 8" all'inizio 4/5 della carta e poi ogni 4 secondi spostando il foglio.
Di solito la potenza della lampada dell'ingranditore e la dimensione della stampa influiscono sul tempo base, tanto che non posso dare un tempo "usuale", ma il range entro cui si cerca di lavorare è dato dalla propria comodità: si cerca un tempo sotto il minuto e sopra i quattro secondi, i due estremi sono dovuti allo scarto di reciprocità che anche la carta può avere quando si tratta di esposizioni di minuti, e l'inerzia dell'accensione/spegnimento della lampada che aggiunge di fatto altra luce. Un tempo brevissimo infliusce molto di più che una posa di, diciamo, dieci secondi, dove l'inerzia del filamento della lampada continua a emettere luce per qualche decimo di secondo, la cosa la potete anche vedere da voi ad occhio, se spegnete una lampada senza fissare il bulbo ma appena dopo spenta guardate il suo filamento affievolirsi.
Per evitare sprechi potete prendere un pezzo di carta più piccolo, un ritaglio e posizionarlo in una parte dell'immagine che abbia vari toni e non solo alte luci o neri pieni, di solito nello stampare un ritratto si mette una striscia che comprenda l'occhio, zona molto significativa di chiaroscuro.
Terminato il tempo di posa, ovviamente avendo tolto il filtro rosso, si infila nella bacinella dello sviluppo e si agita lentamente osservando l'immagine comparire. Si è molto poco capaci di capire se è sviluppata correttamente quando siamo sotto la luce gialloverde, per cui la norma è di tenere d'occhio un orologio per far passare i fatidici due minuti, questo è molto importante perchè se si nota che è troppo chiaro il provino o anzichè contrastato come vorremo lo troviamo morbido e si è invece solo sottosviluppato, non riusciremo mai a stamparlo correttamente. Poi si passa nel bagno di stop e si sciacqua bene usando una pinza diversa per ogni bacinella per non inquinare i bagni, e si mette nel fissaggio.
Trenta secondi di fissaggio sono sufficienti per poter accendere finalmente la luce bianca e poter vedere il risultato, analizzarlo e giudicare se e quali correzioni ha bisogno la stampa finale, più esposizione o meno, più contrastata o più morbida.
A volte si è fortunati e si trova subito il tempo giusto, a volte si fa un ulteriore provino con tempi intermedi, così per esempio si troverà che invece che 16" sono necessari 18" per un tempo base. Si procede allora alla stampa di tutto il negativo col tempo trovato.

Una volta sviluppata, fermata e fissata per il tempo stabilito dalla casa produttrice della carta, segue un lavaggio che per la carta politenata è assai breve, circa cinque minuti possono togliere ogni dubbio, adesso potete appendere ad asciugare la vostra prima stampa a mano, se prima si tratta. In un ambiente caldo la ritroverete asciutta in poche ore, adirittura se volete potete asciugarla col fohn, basta non scottarla, esistono degli apparecchi automatici che lo fanno con aria a 80°C e con dei rulli che eliminano l'eccesso d'acqua, se volete raclettarla potete metterla bagnata sulle piastrelle verticali o su un piano liscio in pendenza e passare una comune racletta di gomma quale si usa per i vetri dell'automobile, risparmierete tempo di asciugatura.

La foto spesso appare in bacinella già perfetta da bagnata, e poi da asciutta appare smorta: il difetto è dato dall'asciugatura che scurisce i toni e rende più grigia e piatta la foto che prima ci sembrava perfetta. Soprattutto controllate il bianco puro della foto, quello dove di solito ci vorreste dell'informazione, seppur minima, bene, asciugandosi l'emulsione si ritira e contraendosi agglomera ravvicinando i granuli d'argento e produce un amento delle densità, tenetene conto tramite la più semplice delle operazioni: asciugate una stampa dopo lavata col phon, e osservatela sotto una luce forte, troverete come alcune zone che erano da bagnate di un bianco puro ora sono appena grigie e con dettaglio, seppur minimo.
Il nero pieno invece è nero sempre, può sembrare meno brillante dovuto al tipo di superficie di carta usata, ma se l'esposizione è corretta il nero asciugando non diventa grigio!

Può darsi che la resa sia troppo piatta, oppure troppo contrastata e si voglia intervenire su questo parametro, esistono le carte multigrado che attrverso un filtro possono cambiare il contrasto, si fa allora un provino ulteriore cambiando filtratura, perchè non è detto che sia proprio da mantenere uguale il tempo di esposizione, la stampa è un processo creativo e unico per ogni negativo, si deve interpretare e anche mettere un gusto personale nella resa che si vuole ottenere, altrimenti tanto vale affidarsi ad un laboratorio qualsiasi e tenersi le stampe standard, deludenti tanto quanto si discostano dal nostro volere qualcosa di diverso da quel negativo.

D'ora in poi però le stampe rientrano nella sensibilità e interpretazione personale, oppure in una fase più elaborata e difficile del trattamento, perciò andatevi a leggere la mascheratura e la bruciatura.

 

 

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