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U n d e r
d e v e l o p e d

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Scegliere un banco ottico

Come si fa a scegliere un banco ottico? Beh, è semplice e difficile allo stesso tempo.
Si può fare secondo dei criteri arbitrari o casuali esempio :
- il primo che mi capita a tiro a buon prezzo.
- quello con cui posso fare foto di paesaggio come fanno i fotografi americani
- quello di legno e ottone perchè il ciliegio e il palissandro sono belli e la spaccio per una macchina di mio bisnonno.
- quello con cui si può fare macrofotografia e stillife, ma anche paesaggi e ritratti.
- quello che è più solido di una roccia.
- quello col formato più grande
- quello che si vende a pezzi, con la scatola di montaggio, come i modellini perchè costa poco e
soprattutto ho la soddisfazione che ho costruito tutto da solo.

Comunque per disorientare la clientela, molte tabelle di costruttori indicano una serie di gradi, centimetri e allungamenti possibili per ogni modello, rendendo tale elenco un datasheet inguardabile per un neofita, e snobbato da un esperto.

Di fatto non ha senso sapere che una standarta può girare di 360° su sè stessa, quando poi tutte i gli apparecchi "monorail" o su banco ottico permettono movimenti più ampi del necessario e del possibile limite dell'obiettivo.
Però si mostrano le pubblicità con i banchi in posizioni incredibili, per far vedere di che cosa sono capaci.

Ci sono tre tipi di banchi ottici, i nomi sono in inglese, non ci si può sbagliare con la traduzione :

-FOLDING: di legno o altri materiali non specificatamente metallici, vecchie e nuove, fatte in serie o artigianalmente; le prime che mi vengono in mente sono:Tachiara, Wista, Shen-Hao, Zone IV,Gandolfi, Toyo, Horseman. Si chiamano così perchè si chiudono e sono trasportabili e compatte.
- MONORAIL esempio tipo la Sinar, il brand più diffuso e conosciuto, ma anche Cambo, Linhof, Horseman, Arca Swiss. Hanno un tubo o una rotaia alla base, sono usate spesso per stillife in studio, ma sono anche trasportabili in esterni, a volte si devono smontare a pezzi per il trasporto.
-UNIVERSAL: Vecchie fotocamere a lastre, prima dell'avvento delle 6*6, tipo le GRAFLEX, un tipo speciale è la Linhof Technika, una macchina molto raffinata e costosa, permette molti più movimenti, sono sempre di metallo.

Una cosa pratica da sapere è che, rimanendo all'interno di un formato pellicola, gli obiettivi sono compatibili tra le varie macchine, il limite è dato solo dalla possibilità fisica di far stare un obiettivo grande in una piastra piccola, oppure un grandangolo spinto che ha bisogno di essere posizionato molto vicino alla pellicola per permettere la messa a fuoco all'infinito (ex. un 75mm di focale ha bisogno di stare a 75mm dal piano pellicola).
All'opposto, un soffietto lungo permette a obiettivi di lunga focale (badate bene, non ho detto teleobiettivi) di mettere a fuoco oggetti vicini, tipico è il fare una macro 1:1 con un 210mm, che ha bisogno di 21*2=42cm di allungamento totale.

I formati

I formati di banco ottico si dividono in tre categorie di formato standard pellicola: 10*12 , 13*18 e 20*25cm, in realtà esiste un 9*12cm europeo, ma è poco usato ed è compatibile col simile 10*12, come anche c'è chi traduce i pollici inglesi 4'*5' in 10*13cm tanto per far confusione.

Gli angloamericani usano i pollici per cui:
20*25cm=8'*10' pollici
10*12cm=4'*5'.

Il formato 13*18 molto apprezzato e usato soprattutto per stillife è attualmente meno diffuso in america dove si passa direttamente al 8*10 pollici e oltre.
Poi ci sono i piccoli banchi ottici, cioè il 6*9cm, che può usare le lastre ma è pratico per l'uso del film 120 oppure per il dorso digitale, e altri formati tipo i panoramici, che dimezzano una lastra come il 6*12cm, oppure i formati esagerati per la nostra Europa, tipo l' 11*14 pollici ( equivalente ad un 28*35cm!) e superiori, un esempio è il polaroid 50*60 cm, si sviluppa istantaneamente dopo lo scatto, con una macchinetta apposta, il costo per scatto è proibitivo, circa 50 euro secondo le voci che ho sentito.

I fattori decisivi per la scelta dei formati sono tre, secondo il mio punto di vista:

- Più portabile un formato piccolo di uno grande per peso, fragilità, ingombri, il "piccolo" formato è considerato il 4'*5'.
Di fatto il trasporto di un corredo 6*6 reflex è più pesante e costoso dell'equivalente folding o banco 4'*5'. La particolarità di esser svincolati dall'acquistare ottiche dedicate a seconda della marca della fotocamera; il dorso graflock per pellicole a rullo, l'alloggiamento degli chassis universale che permette l'utilizzo di dorsi polaroid, di portapellicole quickload e readyload nonchè di qualsiasi chassis 10*12 portano vantaggi notevoli sull'intercambiabilità, reperibilità e in definitiva costo inferiore di un 4'*5'.

- Più facile stampare e trovare un ingranditore per stampare un negativo 4'*5' che un 13'*18', addirittura impossibile pensare di ingrandire in casa un negativo 20*25cm essendo l'ingranditore troppo pesante e ingombrante, cioè si è limitati alla stampa a contatto, solo qualche professionista seriamente desideroso di cimentarsi si attrezza per una camera oscura completa di un ingranditore per il 20*25cm. L'alternativa rimane affrontare la ricerca di un laboratorio di stampa che abbia l'atrezzatura per stampare questi negativi.

- Gli obiettivi del 4'*5' non coprono i formati superiori, ma l'opposto sì, ciò significa che si trovano tutti gli assortimenti di focale nel formato inferiore, e sono stati costruiti molti obiettivi con caratteristiche estreme: cito per esempio il 55/58mm, il 72mm, i 300/9 compatti a quattro lenti da 200grammi di peso.Ciò significa che se un serio professionista deve riprendere degli edifici, sia internamente che esternamente troverà sul formato 4*5' dei grandangoli con copertura di oltre 110° con resa rettilineare e per di più decentrabili, oppure un fotografo naturalista di paesaggio può permettersi un tele leggero da portarsi nello zaino in luoghi impervi e utilizzarlo con filtri di diametro 52mm.

Questo ha decretato uno spartiacque negli usi dei banchi ottici:

-Scelta di attrezzatura leggera e portabile : folding 4*5, due chili di peso, ottiche dal 90mm al 300mm. Fotoamatore impegnato oppure professionista cui non servono ampi movimenti di basculaggio e decentramento ma desidera una qualità superiore.

- Foto di architettura: banco ottico e super grandangoli, dorso polaroid e magari pellicole readyload salvaspazio, (ultimamente però il software abbinato al digitale ha avuto la sua parte, penso ne avrà ancora di più quando le reflex digitali adotteranno il sensore a pieno formato e così potranno utilizzare meglio i grandangoli e i decentrabili.)

- Stillife dove ancora si usano i movimenti: dorso digitale su banco ottico con riduzione circa 6*9, oppure banco ottico 6*9, oppure lastra 8*10. Nel futuro la dimensione dei dorsi digitali sembra che aumenterà ancora, ma non penso si supererà il formato 4*5'.

- Paesaggio di grande respiro, foto di ritratto, fine art, etc. :
Si parte col minimo indispensabile, una folding 10'*12' oppure un banco ottico trasportabile, e si sale via via fino ad arrivare al formato 20*25cm e oltre, in america esiste una certa predilezione per " più grande e grosso è meglio è".
Perciò vedremo che esiste anche il formato 11*14 pollici equivalente ad una lastra 28*35 cm, la stampa avviene direttamente a contatto, e spesso si esalta la qualità di carte studiate appositamente per fare queste stampe a contatto.
Ci sono pure degli ibridi di formati strani e mostruosi, di solito rettangolari paesaggistici, con lato maggiore molto ampio, sopra i 10 pollici. Il problema è che la pellicola bisogna farla fare su misura, cioè viene tagliata su richesta del cliente, e sono costriuti a mano gli chassis fuori standard, il costo è esorbitante, come ovvio, e gli artigiani capaci di fare un apparecchio su misura si conoscono per nome.

Riassumendo: qui siamo nell'area di chi può permettersi di scattare una lastra 58 volte più grande di un 35mm, cioè un rullo e mezzo e oltre se si oltrepassa il 20*25cm.
La questione si complica ulteriormente quando si usano le pellicole a sviluppo istantaneo polaroid. La macchina polaroid di serie più grossa è una macchina da studio che scatta positivi direttamente 50*60cm, al costo tale che se non lo sponsorizza la casa, il fotografo non se la potrebbe permettere... :-) Joice Tennesson ha fatto un calendario Pirelli con questo apparecchio, sono ritratti con una coloritura e sfumatura pastello eccezzionali, però anche il solito Ansel Adams ne ha usata una per immortalare inquilini della Casa Bianca, ogni scatto è un originale, la cosa fa un po' pensare alla fotografia non più come ad un'arte riproducibile ma come opera d'arte unica.
Altro esempio famoso : Richard Avedon ha usato in lungo e in largo per l'america un banco ottico di legno, una folding per l'esattezza, 20*25, per scattare molti suoi ritratti col famoso sfondo di carta bianca attaccata con del nastro adesivo dove capita, in un set che sembra quasi improvvisato.


Il formato 20*25 rende poco pratico ma non impossibile il trasporto di una folding di legno fuori dallo studio, mentre un banco di metallo rimane appannaggio perlopiù delle foto in studio, data la maggior precisione dei movimenti meccanici. Fascino notevole senza dubbio il poter guardare l'immagine dentro un vetro smerigliato grande quanto un monitor, sapere che poi sono le fuoriserie e le macchine predilette di molti maestri di settant'anni fa le fa entrare di buon diritto tra gli oggetti irraggiungibili ai più. Qui diventa reale la eventualità di guardare alla stampa a contatto non come un provino ma come ad un finitura definitiva dell'immagine.

 

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