O
v e r e x p o s e d & U n d e r d
e v e l o p e d
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Non è stato
semplice riuscire a trovare un momento di tranquillità nell'agenda
dei suoi impegni per intervistare Fredi, per gli incarichi che che lo portano
in ogni dove nel mondo a fotografare persone e luoghi.
Di lui fotografo professionista pubblicato in innumerevoli testate, autore
di libri fotografici, instancabile viaggiatore, non si può che dare
una descrizione parziale attraverso questa intervista e queste poche righe,
ma per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona e ha potuto apprezzarne
la personalità schietta, e posso annoverarmi nel numero, rimane impressa
la passione profonda nella fotografia, e la sua disponibilità a forniere
generosamente i suoi consigli e arcani.
Credo che non si possa comunque rimanere indifferenti di fronte alle sue immagini,
dotate di una qualità e carattere distintivi, ciò che si può
riassumere in una parola sola: "Stile".
Fredi Marcarini
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1- D: quale è la tua prima immagine cui ti senti affezionato?
R: River café.
primo gennaio 1987, New York City. la pace di quel momento è ancora
nel mio cuore. ovviamente non è la prima foto che ho realizzato, ma
è la prima che mi viene in mente se mi parli di "esere affezionato"
2- D: quale è l'attuale foto che senti ti rappresenti di più?
R: Il ritratto
di Richard Branson che ho fatto per la copertina di Style. positività
e voglia di volare in alto, anche senza mezzi.
3- D: cosa hai da mostrarmi oggi di bello?
R: Un desiderio
di fuga, cavalli in campagna a guantanamo, cuba. un'altra foto che mi da una
sensazione di pace.
4- D: cosa è la fotografia oggi per te?
R: Un
relitto. Negril, Jamaica.
una cosa che è stata viva e piena di momenti di gioia, e ora non è
più per molti versi. mi manca la camera oscura, mi manca trascinare
manualmente la pellcola dopo lo scatto con la mia leica. ovviamente vado anche
bene così, per certi versi pure meglio. ma quello a cui mi sono applicato
per trent'anni della mia vita non esiste più. restano solo i concetti
compositivi. e i pixels.
5- D: creatività: il fine giustifica i mezzi?
R: In
misura minimale per quel che mi riguarda. io uso i mezzi tecnologici per ripulire
le immagini senza più dover impazzire come una volta in pellicola.
il che significava spesso dover rinunziare ad un'inquadratura soddisfacente
per via di cose che non dovevano apparire nell'immagine. nella foto dell'Informatore
di HUNTERS ho cancellato un pezzo della scritta telecom dalla cabina telefonica,
per esempio. la tecnologia per me è un grande risparmio di tempo, e
non come per altri un'allargamento del fronte dell'immaginazione e della creatività.
faccio esattamente le stesse cose che facevo prima, ma senza dovermi spostare
perchè c'è un interruttore della corrente: lo cancello dopo.
ho il taglio che voglio, e amen.
fine
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